Gianfranco Martana
- 12/04/2015 12:53:00
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Ringrazio Roberto e Maria per i commenti. E vero, la dialettica fra il reale e i desideri mi ha sempre affascinato, come pure fantasticare restando incastonato nel "reale" (cit.). Anche in "Come Quando Fuori Piove", il bambino prima e ladulto poi provano a immaginare mondi che rendano più comprensibile e accettabile la propria condizione di vita. Spesso ci sono dei bambini nei miei racconti, proprio perché in loro il rapporto fra reale e immaginario è meno cristallizzato che negli adulti, e tante volte ci offrono punti di vista sul mondo originali e rivelatori come quelli dei veri artisti. A proposito, non conoscevo Vettriano (ma nel suo quadro il vento si sente eccome), mentre Chagall è certamente una fonte di ispirazione. "Una passeggiata" è anche il titolo di un mio racconto che penso di pubblicare qui a breve. E una specie di danza macabra che ha fra i protagonisti la pioggia e gli ombrelli... Grazie ancora. Ogni altro commento da parte di chiunque sarà sempre benvenuto.
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Maria Musik
- 12/04/2015 10:55:00
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Mentre leggevo mi sono tornati alla mente due quadri... sarà per tutto questo vento ma non riesco a ricordare. Li cerco: parole chiave: "uomo" e "vola". Eccone uno... The Singing Butler, un olio di Jack Vettriano. L’altro, invece, riemerge dalla memoria che si è riabilitata: "La passeggiata" del mio adorato Chagall. Non sono immagini didascaliche. Niente vento strepitoso, né cappello. Hanno in comune la "visione", il potere della fantasia e del sogno ad occhi aperti, incastonata nel "reale".
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